I colori, il tempo, la mia vita…

Tornare al museo “Mart ” di Rovereto

Ieri domenica ho sentito il “bisogno” di ritornare a fare visita al museo d’arte moderna di Rovereto “Mart”.

Come sempre è un’emozione il solo varcare la soglia che conduce all’entrata del complesso museale.

Si nota subito la piazza con al centro la fontana, ed una volta giunti in prossimità della stessa diventa quasi obbligatorio alzare gli occhi al cielo e contemplare la bellissima cupola che sovrasta la struttura e da cui traspare un cielo azzurro che già di suo diviene coinvolgimento totale dell’anima e sicuro preludio all’assaporare le opere d’arte che si trovano all’interno del complesso.

Ho avuto modo nelle mie precedenti visite di poter ammirare pezzi davvero stupendi di firme quali Vedova, Morandi , de Chirico ecc che come sempre sono state collocate all’interno di queste meravigliose sale che permettono una visione davvero intima con l’opera stessa.

In questo periodo il Mart sta proponendo delle mostre nate da un’idea di Vittorio Sgarbi e che sono rispettivamente:

Alex Katz – La vita dolce

Alex Katz,uno fra gli artisti più quotati al mondo, racconta un’arte lontana dagli intellettualismi del secondo Novecento, lontana dalle retoriche e dalle aspirazioni astrattiste e concettuali. L’artista, ora novantaquattrenne, ha sempre voluto affrontare la propria realtà, ciò che conosceva e che ha conosciuto quotidianamente, in una ricerca di bellezza ed armonia costante.

Sono davvero da mozzafiato gli occhi dei soggetti, ritratti su enormi tele, non fanno che incantarti. Nella loro semplicità pittorica sanno trasmettere una forza che ti trascina all’interno dell’opera e fanno davvero volare i sentimenti.

Giuliano Vangi. Colloquio con l’antico. Pisano, Donatello, Michelangelo

Nato a Barberino di Mugello il 13 marzo 1931, è un pittore e scultore italiano.

Ha studiato all’Istituto d’Arte e all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Dal 1950 al 1959 insegnò presso l’Istituto d’Arte di Pesaro. Nel 1959 si trasferì in Brasile dove si dedicò a studi astratti, lavorando cristalli e metalli quali ferro e acciaio.

Giuliano Vangi ha realizzato numerosi monumenti collocati in contesti prestigiosi, come la statua di San Giovanni Battista a Firenze, La lupa in Piazza Postierla a Siena, Il Crocifisso ed il nuovo Presbiterio per la Cattedrale di Padova, il nuovo altare e ambone del Duomo di Pisa, Varcare la Soglia, la grande scultura il marmo al nuovo ingresso dei Musei Vaticani, una scultura, un legno policromo per la Sala Italia di Palazzo Madama a Roma, Donna in movimento per una piazza in centro a Pontedera (PI), un ambone in pietra garganica sul tema di Maria di Magdala per la chiesa di Padre Pio a San Giovanni Rotondo (FG) dedicata a Padre Pio e realizzata in collaborazione con l’architetto Renzo Piano, la Cappella la nuova cappella del cimitero comunale di Azzano (LU), creata assieme all’architetto Mario Botta, con il quale ha collaborato anche per il Santuario del Beato Giovanni XXIII a Seriate (BG).

Un’artista a tutto tondo che privilegia l’uomo contemporaneo nelle proprie sculture e nei grandi disegni. Nella scultura di Vangi si avverte e diventa palpabile la forza di una espressività che non lascia dubbi all’iterpretazione. Non esiste limite alla materia lavorata che va dal legno, al marmo al bronzo sapientemente e con forza plasmata che riesce a trasmettere emozioni intense al fruitore, che può ritrovare in ogni scultura la caotica visione del mondo moderno.

Il mio invito è semplicemente quello di aver il coraggio di riuscire a trovare qualche giorno dentro alle nostre settimane sempre più caotiche, per recarsi in un luogo dove la dimensione spirituale ed interiore trova spazio dentro al mondo dell’arte, dove la distanza tra noi ed il bello che ci circonda diventa davvero sottile.